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quesiti da allevatore toscano 
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Nido di canarini - foto dalla rete


Salve Chieppa,

scrivo dalla Toscana, ho letto con piacere i suoi interventi in risposta agli allevatori che le hanno scritto e, essendo anche io un piccolo allevatore amatoriale, volevo chiederle informazioni riguardo la profilassi neonatale da lei individuata.

Anzitutto desidererei sapere, considerando che i nidiacei andrebbero imbeccati a mano, come evitare che le femmine abbandonino il nido a causa delle mie intromissioni? Come non impaurire le canarine, ma farle ugualmente allontanare dal nido, se non ne volessero sapere di alzarsi? Le chiedo questo, perchè a volte sono stato costretto ad alzare alcune assidue covatrici dal nido per controllarlo, e talora le uccelline mi hanno poi abbandonato il nido.

Oltre questo aspetto non sottovalutabile, vorrei avere maggiori delucidazioni riguardo la preparazione della pappetta neonatale, dosi da somministrare e periodo di somministrazione ai pulcini in nido.

E poi volevo porle delle altre domande che esulano dal precedente argomento.

1) Ha notato anche lei, negli ultimi anni, una nascita sempre minore di femmine di canarino? Il mercato locale (le scrivo dalla provincia di Firenze) è rincarato notevolmente e gli esemplari di sesso femminile vengono fatti pagare quasi a peso d'oro, nonostante spesso non siano soggetti da competizione ben aderenti agli standad di razza, ma solo esuberi ceduti alle rivendite commerciali.

2) Negli ultimi due anni ho notato che le mie canarine accusano problemi nella deposizione delle uova e, non riuscendo ad espellere l'uovo, tendono a gonfiarsi e smettono di volare. Per salvarle, ho somministrato delle goce di olio di oliva nella parte addominale dell'animale, specialmente nella zona interessata alla fuoriuscita dell'uovo (presumo in cloaca - n.d.r.). La situazione si risolveva spesso e la canarina riusciva a deporre l'uovo nel nido, come se nulla fosse e poi il giorno dopo tornava in perfetta forma, anche se un pò arrossata all'addome, ritengo per il trauma patito.

Il fatto però ormai si ripete troppo spesso e suppongo alla base vi sia uno squilibrio alimentare, magari inerente l'apporto protidico della dieta che pratico. Sa darmi qualche consiglio in proposito? La dieta che pratico verte su una miscela di semi per canarini reperita in commercio, pastoncino giallo sempre acquistato in un pet-shop, saltuariamente uno spicchio di mela ed insalata (asciutta). In aggiunta metto sempre a disposizione della sabbia, dove amano beccare qualche granellino. Non somministro integratori vitaminici.

Credo di essermi dilungato abbastanza, ma spero che questo non le arrechi disturbo. Attendo con ansia una sua risposta e le porgo i miei migliori auguri per l'ottimo lavoro che svolge sul mensile "Uccelli", per tutti noi allevatori principianti e non tanto esperti.

Lettera Firmata

Risposta

Gentile Claudio,

chiedendomi della pappina da imbecco (cosiddetta "Profilassi Neonatale Antifungina") lei tocca un argomento che è stato a lungo controverso, anche se seguito con successo da tanti allevatori di canarini, non solo italiani. So che il mio metodo può suscitare delle perplessità da parte degli amici veterinari, ma a me ha dato sempre dei grandi successi riproduttivi con il Canarino di Colore e ho avuto conferma altrettanto, anche ad altri canaricoltori.

Profilassi Neonatale Antifungina

Ad ogni modo le dico che detta pappina (a base di Amphotericina B - prima Fungilin Squibb, oggi sostituito dal Fungizone della medesima azienda produttrice, ma specialità farmaceutica commercializzata all'estero e non più in Italia), si ottiene con del pastoncino da imbecco in polvere per nidiacei. Vi sono in commercio specifici prodotti di varie ditte, tutti ugualmente validi.

Per la preparazione: prendere un cucchiaino da caffè raso di polvere da imbecco per nidiacei, aggiungervi 2/3 gocce della specialità farmaceutica a base di Amphotericina B, fluidificando il composto con aggiunta di acqua tiepida, quanto basta a conferire alla pappina una consistenza cremosa. Detta pappina va fornita ai nidiacei - una volta al giorno - dalla schiusa delle uova, sino a 6-7 giorni di vita. Ovviamente ai pulcini di uno/due giorni faremo una pappina più fluida, ai pulcini più grandicelli, più cremosa.

Il canarino è ormai un uccello domestico al pari delle comuni galline e stia pur certo che, nessuna canarina buona nutrice abbandonerà mai un nido per interferenze umane. La cosa può capitare solo nei primi 5-6 giorni di cova delle uova, quindi non è il caso di cui stiamo trattando. Ciò premesso, potrà convenientemente scostare le chiocce dal nido, sollevandole delicatamente facendo presa sulle penne timoniere (codione).

I nidiacei presentano in relazione al sesso, un rapporto percentuale pressochè equivalente. La mortalità in uovo e nido può lievemente modificare tale identità statistica percentuale, per cui può avvenire che in alcuni anni si disponga di un numero maggiore di maschi, in altri di femmine. Se la mortalità prenatale, perinatale e neonatale tendesse a zero (cosa praticamente impossibile), vedrebbe che più o meno, di anno in anno, si producono tanti maschi quanto femmine.

Il particolare reale che vengono richieste soprattutto le canarine, dipende dal fatto che queste si prestano ad essere ibridate con altre specie di uccelli, indigeni ed esotici, ed anche accoppiate secondo il sistema del "maschio volante", cioè utilizzando un unico maschio da passare per la fecondazione a due/tre canarine. Ovviamente una maggiore richiesta di femmine incide sul prezzo commerciale di esse, sublimandolo. Ma è questo un fenomeno comune anche ad altre specie di fringillidi domestici, non strettamente monogami in riproduzione e che si prestano ad un impiego riproduttivo in forma intensiva.

L'alimentazione idonea all'allevamento del canarino domestisco, deve essere varia ed assortita, prevedendo l'impiego di un'ottima miscela di semi, non polverosa e contenente semi freschi, del pastoncino all'uovo del commercio che in fase riproduttiva dovrà avere un tenore protidico adeguato (non inferiore al 16-17%) e da integrare con uovo sodo (rosso ed albume) ed eventualmente con alga Spirulina in polvere, così che in fase di imbecco il pastoncino raggiunga un tenore protidico non inferiore al 20%. A parte un pò di frutta di stagione, senza esagerare. La periodica integrazione vitaminica e minerale è molto utile e direi indispensabile, perchè gli uccelli in ambiente domestico possono contare solo su quanto noi forniamo ad essi, e non sono liberi di scegliere i vari nutrienti di cui l'organismo di essi necessita nelle varie fasi biologiche, come si realizza in Natura.

Alimentazione del Canarino di Colore

I problemi dell'ovodeposizione che rileva, mi dice con frequenza, sono determinati da una dieta non completamente idonea, spesso da carenze di calcio, da riproduttrici eccessivamente sfruttate in riproduzione, magre e con problemi ormonali spesso determinati da un fotoperiodo scorretto ed anomalo.

L'illuminazione nei locali di allevamento degli uccelli

Ancora, da femmine troppo giovani o esposte a clima troppo rigido (riproduzione forzata invernale). Ad ogni modo, spesso la ritenzione dell'uovo si risolve inoculando con una siringa da insulina privata dell'ago, delle gocce di olio alimentare (non più di 1 ml.) appena appena tiepido, direttamente attraverso il pertugio cloacale. In caso la ritenzione non si risolvesse nel giro di 1-2 ore, occorre procedere con l'ovocentesi, intervento che è meglio riservare ad un medico veterinario esperto.

Spero di esserle stato utile. Cordialità.

Francesco Chieppa

Estratto da "Uccelli" - Luglio-Agosto 2005

_________________
Riproponiamo i quesiti tecnici postati dai lettori di "Uccelli" negli anni 2003-2006 ed evasi dall'allora collaboratore Francesco Chieppa. Chiunque volesse potrà postare di seguito sul tema del quesito.


16/07/2022, 15:40
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