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Lucherino Testanera Albino 
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Allevare il Lucherino Testanera Albino



Il Lucherino Testanera (Carduelis - Spinus magellanica) anche denominato Lucherino Monaco, è un esotico sudamericano, originario di un vasto areale dell’America latina che abbraccia buona parte della Cordigliera delle Ande: dalla Colombia Sud-occidentale al Nord del Cile, sino al Rio Negro ed all’area carioca di Brasilia. Con una popolazione isolata presente anche sul massiccio della Guyana. La popolazione ancestrale del fringillide, recante negli adulti un evidentissimo dimorfismo sessuale, diverge a seconda degli habitat di provenienza per caratteristiche riferibili alla taglia ed all’intensità della livrea, e pertanto presenta diverse sottospecie (attualmente vengono classificate dagli ornitologi 12 sottospecie).

Il Lucherino Testanera, in epoca riproduttiva è in natura rigorosamente monogamo, come del resto tutti i fringillidi indigeni ed esotici, specie i cui maschi sono spiccatamente territoriali. Nel periodo autunno-invernale il Lucherino Monaco tende a raccogliersi in gruppi, manifestando comportamento gregario. La differenza tra i sessi è marcata dalla calotta cranica nera del maschio che compare dopo la prima muta del piumaggio (oltre i 2 mesi di vita); la femmina ne è sprovvista, e questa peculiarità fenotipica ha conferito il nome alla specie.

Il Lucherino Testanera è stato introdotto negli allevamenti europei ed americani, a partire dagli Anni Cinquanta del vecchio secolo, ambientandosi al regime domestico, dove genera progenie con relativa facilità. Con l’allevamento in ambienti controllati sono comparse le prime mutazioni di colore, in parte traslate dall’uomo dal Lucherino eurasiatico (Spinus spinus), specie affine diffusa sul Vecchio Continente ed in regioni dell’Asia ed Africa del Nord.

Il fenomeno delle mutazioni spontanee è del tutto naturale e si realizza ordinariamente anche in Natura. Tuttavia nella fattispecie le mutazioni cromatiche sono penalizzate negli habitat naturali, dove le specie autoctone hanno compiuto un lungo processo millenario di progressivo adattamento, evolvendo in conformità con l’ambiente; viceversa le mutazioni si affermano in cattività, dove non esiste una pressione selettiva esogena, esercitata dall’ecosistema ambientale.

Così il Lucherino Testanera presenta attualmente in cattività diverse mutazioni cromatiche, alcune veramente molto attraenti e pregevoli, ed il fenomeno è in continua evoluzione. Venti anni fa, nacquero in un non meglio identificato allevamento del Belgio dei soggetti a fenotipo smelanizzato, privi cioè di melanine a livello della livrea, dell’occhio, di becco, zampe ed unghie. Poiché l’esotico sudamericano ancestrale presenta un lipocromo di fondo giallo, la scomparsa di ogni traccia di melanina lo rende totalmente giallo.

Per questa caratteristica cromatica, i relativi soggetti mutati furono impropriamente definiti “Lutini”, anche se geneticamente sono degli Albini ed il fenomeno è sostenuto da un gene mutato, recessivo autosomico che deve essere presente in doppia dose sui due cromosomi omologhi, perché si manifesti esteticamente in tutta la sua spettacolare bellezza (omozigosi recessiva). Allorchè il gene dell’albinismo è portato in singola unità su un solo cromosoma (eterozigosi), prevale nel fenotipo il gene dominante selvatico ed abbiamo soggetti di aspetto ancestrale, solo portatori di albinismo.

Mancando i Lucherini Testanera Albini della caratteristica calottina cranica nera del maschio, i mutati in parola non presentano dimorfismo sessuale, specie da giovanissimi, differenziandosi da adulti solo per la colorazione gialla più intensa dei maschi (caratteristica a volte non così evidente ed ingannevole) e dal canto del maschio adulto che non è manifestato dalle femmine.

Altra peculiarità del Testanera Albino è la depigmentazione totale dell’iride, che comporta un occhio rosso rendendo evidente la rete vascolare ematica profonda oculare. Questo carattere tuttavia riduce in modo variabile in relazione ai ceppi, il visus del pennuto, costituendo, talora in modo molto consistente, un problema durante la fase riproduttiva del volatile.

Spesso infatti il Testanera Albino, specie nei soggetti di sesso femminile puri, ma talora anche nelle semplici portatrici, necessita di balie per la cova delle uova e l’allevamento dei nidiacei, perché le femmine pure hanno problemi visivi determinati dalla mutazione, mentre la consuetudine di affidare a balie uova e relative nidiate, ha disabituato alla cova alcune femmine ancestrali portatrici della mutazione, allevate da specie diversa dalla propria.

Io allevo il Testanera Albino dal 2016 e, anche se soli tre anni di allevamento non sono tanti, ritengo di aver acquisito in questo triennio una discreta conoscenza nella gestione di questa rara e bella mutazione, riuscendo a produrre diversi soggetti puri e portatori.

La difficoltà dell’allevamento è determinata non solo dalla prefata minore acutezza visiva dei riproduttori puri, in alcuni ceppi come il mio veramente impercettibile e per nulla appariscente, ma anche – secondo la mia esperienza – da una ridotta fertilità dei maschi in epoca riproduttiva. Per solito le prime covate di coppie assortite tra femmina portatrice e maschio puro, evidenziano molte uova infeconde e, solo in epoca stagionale primaverile molto avanzata, a seguito di una dieta decisamente corroborante (vitamine, proteine animali e vegetali), i maschi tornano fertili.

In quella fase che risulta spesso di breve durata, occorre insistere nel promuovere diverse ovodeposizioni ravvicinate da parte delle femmine portatrici di albino, affidando le uova da cova a balie.

Io non utilizzo come balie i Canarini che possono veicolare agli Spinus, da portatori sani, varie patologie per le quali gli esotici sudamericani sono molto sensibili e vulnerabili, poichè sprovvisti dei relativi anticorpi, mentre preferisco far covare ed allevare le uova degli albini, a Cardinaline del Venezuela o agli stessi Lucherini Testanera ancestrali.

I pulcini dei testanera albini nascono rivestiti da un candido piumino e, con le palpebre ancora chiuse, sembrano privi di occhi denotando globi oculari diafani.

Tutte le esigenze di alimentazione delle coppie, in fase di mantenimento, pre-cova, cova ed allevamento dei nidiacei, sono identiche a quelle della specie nativa (ancestrale). E’ importante poi evitare la contemporanea presenza nei nidi delle balie, di testanera mutati albini ed altri ancestrali, perché spesso avviene che le balie, ma anche le madri naturali ancestrali che avessero regolarmente covato, imbeccano i soggetti ancestrali, trascurando i pulcini mutati per l’aspetto fenotipico anomalo e non conforme alla specie originaria.

Lo svezzamento dei novelli albini è un po’ più lungo di quello della specie ancestrale, compiendosi per solito allorchè i giovani hanno 45-50 giorni d’età. Per il resto il Testanera Albino risulta spartano e longevo, se correttamente curato, quanto la specie ancestrale.

In conclusione, il Testanera di mutazione albino non è certo un volatile per allevatori principianti, e neppure impossibile per gli ornitofili con un minimo di esperienza e pratica di allevamento. La mutazione non è facilissima da allevare e reperire in commercio, perché la sua produzione è spesso stentata e fatta di piccoli numeri per allevamento. Trattasi comunque di un uccellino molto attraente, con la sua splendida livrea giallo canarino e gli occhietti rossi. Anche le sue movenze leggermente impacciate, ma estremamente distinte ed austere, gli conferiscono un fascino unico e particolare!

Francesco Chieppa

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Allevo: Cardinalino del Venezuela (ancestrale/ bruno/ pastello/ pastello ali grigie/ pastello bruno/ diluiti) - Lucherino Testanera (ancestrale/ diluiti/ topazio/ lutino) - Lucherino Ventregiallo (nuove mutazioni in studio) - Lucherino Facciagialla.


01/12/2019, 23:15
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Complimenti per l'articolo, molto interessante.
Personalmente seppur molto appariscenti nella mutazione albina, negli spinus prediligo sempre come colorazione gli esemplari gli ancestrali.
È importante però saper conoscere e apprezzare anche le mutazioni che negli anni si riscontrano.
D'altronde in natura esemplari così nascono certamente ma sono quasi impossibili da avvistare, visto lo svantaggio rispetto ai loro simili non mutati nel riuscire a sopravvivere per lungo tempo e quindi arrivare a riprodursi.
Curiosità: potendo scegliere il partner la femmina prediligerebbe un maschio dotato del tipico cappuccio nero?
Hai mai avuto modo di effettuare un test a riguardo?


21/01/2020, 22:17
          
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No, non ho mai provato a testare su quanto mi interroghi, ma penso che le preferenze di una femmina ancestrale in una voliera o grande gabbione con due maschi, dei quali uno mutato, andrebbero certamente all'ancestrale.

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