Diamanti mandarini - foto dalla reteEgregio Sig. Chieppa,
allevo da qualche anno dei diamanti mandarino, con discreto successo.
Da qualche giorno sono sortiti due giovani dal nido che vengono regolarmente alimentati dal maschio (la femmina ha smesso di farlo). Però il maschio li sta spennando. Le penne timoniere sono ormai andate, procurando ad essi delle piccole ferite.
Ho provato a separarli con il divisorio in dotazione alla gabbia, ma il maschio non riesce ad imbeccarli convenientemente attraverso il reticolato metallico, mentre i giovani non sono ancora svezzati e dipendono totalmente dal padre.
Ho anche provato, per distrarre il maschio, a mettere a disposizione degli sfilacci da nido, niente da fare! Che posso fare? E' la prima volta che mi capita una cosa del genere.
La ringrazio per l'attenzione. Distinti saluti.
Lettera FirmataRispostaGentile Lettore,
purtroppo capita a volte che la femmina per imbottire un nuovo nido, o il maschio per una sorta di competizione territoriale con i giovani sortiti dal nido, deplumino i novelli. Queste deplumazioni, se molto estese, possono interferire sulla termoregolazione corporea dei nidiacei, procurando al tempo stesso una situazione di grave stress dei giovani, sino nei casi estremi a portarli anche a morte.
Che fare? Spesso rimedio efficace è la griglia separatrice, con la coppia in uno scomparto ed i nidiacei dall'altro. In genere i genitori continuano ad imbeccare attraverso la grata. Occorre magari portare un pò di pazienza ed attendere che la situazione si normalizzi, con i giovani che apprendano a sporgere il becco attraverso il reticolato metallico ed a farsi imbeccare dai genitori.
Anche una gabbia di maggiori dimensioni può attenuare spesso l'incidenza di questo problema. E' poi sempre utile disporre in gabbia abbondante materiale da nido, così che la femmina non spiumi i novelli della covata appena conclusa, nel caso fosse anche essa a farlo (come spesso capita) nella foga di imbottire un nuovo nido.
Ed ancora ci sono i criteri selettivi, genitori aggressivi verso i figli andrebbero sistematicamente scartati da future riproduzioni. Anche l'attitudine alle cure parentati è un carattere di origine genetica, che viene trasmesso alla prole e va opportunamente selezionato nel proprio ceppo di riproduttori. Cordiali saluti.
Francesco ChieppaEstratto da "Uccelli" - Giugno 2006