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Barletta: un alieno in città 
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OGGI HO AVVISTATO DUE PARROCCHETTI MONACI LIBERI AL CIMITERO DI BARLETTA


Immagine


Oggi sono stato al cimitero di Barletta ad accompagnare mia madre e la collaboratrice per fare le pulizie alla cappella di famiglia, in quanto a giorni arriveranno le ceneri della sorella di mio padre che purtroppo ci ha lasciati lo scorso 8 aprile.

Mentre le donne erano impegnate nelle pulizie, io come al solito da ornitologo amatoriale dalla antica passione, ero con il naso per aria alla ricerca di specie inconsuete nella fitta vegetazione di cipressi e pini da frutto che ammantano i viali del camposanto di Barletta.

Tantissime tortore dal collare spandevano il loro dolce verso d'amore (emesso dal maschio in parata nunziale) ritmico e ridondante. Qualche cardellino, qualche verzellino.

Ad un tratto sento un verso stridulo sulla mia testa che si ripete in modo ossessivo ed avvisto un primo parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus). A breve distanza da esso, entrambi su un vetusto grande pino da frutto che sormonta la nostra gentilizia, un secondo monaco. Credo ci fosse un nido e forse dei piccoli. Ma non ne ho certezza. In tal caso si è trattato dell'avvistamento di una coppia.

Sapevo che i parrocchetti monaci erano giunti sino a Trani, ma non ho mai letto notizia di avvistamenti a Barletta. Presto popoleranno tutte le nostre aree verdi cittadine, perchè sono ottimi colonizzatori. Sono una specie alloctona, cioè estranea alla nostra fauna autoctona:

http://it.wikipedia.org/wiki/Myiopsitta_monachus

Non è un avvistamento per cui gioire. Come alcuni anni fa ribadì il noto etologo Prof. Danilo Mainardi in una conferenza che tenne al Rotary Club di Bari ed alla quale partecipai da ospite invitato, allorchè una specie alloctona (cioè estranea alla fauna locale) colonizza un areale nel quale in precedenza non era presente, lo fa sempre comportanto uno sconvolgimento della nicchia ecologica di altre specie autoctone che finisce per insidiare e con le quali compete, spesso in forma vincente ed infausta per una o più specie autoctone.

Ormai però varie specie di pappagalli stanno colonizzando da anni l'Italico Stivale e ben presto vedere, sentire e fotografare pappagalli esotici, liberi e nidificanti nel verde italiano, non farà più "notizia".

Intanto l'alieno pappagallo monaco ha colonizzato anche Barletta. E' la prima volta che lo vedo con i miei occhi. Non ho ad oggi letto altre segnalazioni in proposito, non so, chi può smentirmi ci scriva in forum o sulla pagina di Facebook.

Purtroppo non ero attrezzato per fotografare gli alieni, nè ero dotato di un binocolo per osservarli meglio.

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06/05/2014, 19:28
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Nella speranza che tali esemplari vadano a riempire nicchie ecologiche non occupate da specie autoctone,dobbiamo pero'riconoscere che vedere in natura,alle nostre latitudini questi esemplari,ha sicuramente un suo fascino,non conoscendone le abitudini,non so'con quali specie possano entrare in competizione.
Sarebbe interessante sapere,come sono nate queste colonie,se da fughe dalla cattivita'o se c'e'stata una qualche deviazione sulla migrazione(ammesso che sia una specie migratrice).
Comunque l'autunno scorso,ho visto con i miei occhi diversi branchi di bengalino moscato(amandava amandava),che pare si riproducano con successo dalle mie parti,cosi'come ormai da tempo qui da me si e'stabilito l'usignolo del giappone.

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06/05/2014, 21:26
          
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L'origine della diffusione di queste specie esotiche nei nostri areali naturali è per fughe accidentali dalla cattività, o consapevole rilascio in libertà da parte di ornitofili in procinto di partire per le vacanze o impediti in altro modo a detenere ed allevare.

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06/05/2014, 22:04
          
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visto che il clima sta cambiando non demonizzerei troppo questi arrivi,molto piu' pestiferi sono i gabbbiani,una mia amicane ha visto uno sbranare una gazza.che cosa potrebbero distruggere gli alieni che l'uomo non abbia compromesso?è la mancanza di inceneritori ad attirare i gabbiani verso l'entroterra,quindi la sporcizia nostra.del resto nelle ere geologiche il mutamento climatico ha portato il declino di alcune specie a vantaggio di altre.l'uomo compare quando alle foreste buone per le scimmie si sostituisce un clima arido e stepposo dove sono necessari stazione eretta,braccia corte magari capaci di lanciare sassi oaltro e introdurre nel menu' lacarne.è la terra il clima che costruisce o distrugge scenari zooantropologici.ioveramente preferisco i pappagalli all'orribile cra cra dei corvidi,che nele campagne abbandonate è perfino lugubre. biggrinthumb:

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allevo per compagnia, canarini bossu' belga - rosso mosaico - ibrido carpodaco x canarino - ciuffolotto - diamanti mandarini ancestrali - cocorite - calopsitta ed inoltre pesci rossi - carpa koi - rane xenopus albine - tartarughe acquatiche.


07/05/2014, 17:42
          
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