Pulcino di Calopsitta (Nymphicus hollandicus) allevato a mano - foto dalla reteSalve Sig. Chieppa e mi scusi il disturbo,
torno a scriverle per sapere, magari in modo dettagliato, come fare a svezzare la mia giovane Calopsitta di circa 1 mese e 10 giorni, allevata a mano, cosa che decisamente non riesco a fare senza il suo aiuto!
Grazie anticipate.
Lettera FirmataRispostaGentile lettore,
la ringrazio per la fiducia, cercherò di darle qualche consiglio spero utile, pur non essendo un allevatore della specie che le interessa e contando solo sulla notevole quantità di letture fatte sin da piccolo, in materia di ornitologia.
Lo svezzamento costituisce sempre una fase particolarmente critica della vita di ogni giovane essere vivente.
Le Calopsitte si svezzano generalmente intoro alle 6-7 settimane di vita, quindi poco dopo il mese di età.
In linea di massima, per i pulcini allevati a mano dall'uomo questa fase di transizione si compie in ritardo, rispetto ai conspecifici lasciati alle cure parentali dei genitori.
Ciò premesso, perché il relativo stress del divezzamento venga avvertito nel minor modo possibile dal giovane uccello, è necessario che il passaggio dall'alimentazione somministrata per imbecco a quella assunta in proprio, avvenga in modo estremamente graduale.
In sostanza, allorché sarà certo che i tempi biologici e lo sviluppo corporeo del suo psittacide lo rendano perfettamente idoneo ad un'esistenza in piena autonomia, inizierà a distanziare le sue imbeccate allo stecco, riducendole progressivamente nel corso delle 24 ore, senza però eliminarle del tutto.
Durante questa fase avrà l'accortezza di dotare il ricovero del suo pappagallo con alimenti particolarmente appetiti dalla specie, del tipo: fiocchi di cereali, estrusi, semi di girasole sgusciati (senza eccedere) ed altri semi, pezzetti di frutta e verdure, biscottini e pastoncino specifico per psittacidi.
Durante lo svezzamento consideri come fisiologico un calo del peso corporeo del volatile, anche del 10-20%, che tuttavia non deve andare oltre, perché tutto possa procedere per il meglio e non siano intervenute infezioni opportunistiche, tipiche di questo periodo.
Pertanto è necessario pesare il pennuto con una bilancia di precisione, controllandone lo stato di salute.
Non appena si rendesse conto che il volatile sia ormai pienamente capace di cibarsi da solo, termini di fornirgli qualche imbeccata integrativa e buona fortuna!
Cordialità.
Francesco Chieppa Estratto da "Uccelli" - Maggio 2003