Un veterinario aviare visita una Calopsitta (Nymphicus hollandicus) - foto dalla reteGentilissimo Chieppa,
mi ero rivolto a lei già qualche tempo fa, per dei problemi intestinali dei miei canarini. Seguii il suo consiglio e mi recai da un bravo veterinario, competente in materia ornitologica.
Constatata la gravità dei soggetti, procedemmo con l'esame delle feci. Queste non mostrarono la presenza di coccidi, ma evidenziarono una forte carica batterica.
Non avendo a disposizione al momento soggetti morti da poco, per eseguire esami più approfonditi, iniziammo subito con una terapia a base di Baytril 0,5%, alla dose di 10 ml./litro d'acqua, proseguita per ben 11 giorni.
Constatata l'assenza di risultati, ad un successivo esame delle feci furono trovati dei coccidi. Allora iniziammo un trattamento con Aviochina 3,44%, alla dose di 10 ml./litro d'acqua, tre cicli di due giorni intervallati da pause di tre. E qui iniziano i problemi: alcuni soggetti trattati mostrano complicazioni di tipo neurologico: perdita di equilibrio, incapacità di volare, ecc..
Dopo queste brutte crisi, la maggior parte dei canarini si riprende, ma diventa cieca. Il veterinario interrogato in proposito, afferma trattarsi di un caso più unico che raro e mi raccomanda di allungare il periodo di pausa tra le somministrazioni dell'Aviochina.
Aspetto quattro giorni, riduco la dose a 5 ml./litro d'acqua, ed ora al secondo ciclo di terapia mi trovo nella stessa situazione!
La mia domanda è la seguente: queste manifestazioni che le ho descritto, possono essere la conseguenza di un elevato grado di tossicità dei trattamenti, o di dosi troppo elevate? Come devo comportarmi ora, non avendo risolto nulla e con un aggravamento dei miei canarini?
Ringraziandola per la disponibilità, la saluto cordialmente.
Lettera FirmataRispostaGentile Lettore,
il rapporto che lega il cliente al suo medico veterinario, deve essere sempre improntato a stima e fiducia nei confronti del professionista, in relazione anche all'esperienza acquisita dal medico, nei confronti della patologia della specie animale che sottoponiamo alle sue cure.
Se questo indispensabile presupposto dovesse venir meno, allora non resta che rivolgersi ad altro professionista.
Cordialità.
Francesco ChieppaEstratto da "Uccelli" - Settembre 2003