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Ornicoltura in Rosa, è uno sfacelo! 
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Anni fa scrissi questo articolo/editoriale per l'Organo Federale "Italia Ornitologica":

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L'ORNICOLTURA SI TINGE DI ROSA

Marialucia è una manager di una importante società sarda di telecomunicazioni. Ha un problema: le è nato un canarino "figlio unico" e mamma canarina - piuttosto grassoccia - riscaldandolo sul nido, con il proprio peso gli ha deformato una zampina. Daniela alleva anche lei, appena qualche coppia di canarini di colore. Da poco ha preso l'abitudine di confezionarsi da sé la miscela di grani. E' però preoccupata. Teme che i suoi uccellini possano aver contratto chissà quale pericoloso parassita, allorchè ha rinvenuto nei sacchetti di carta di pane, ove aveva riposto le granaglie, delle farfalline e tanti granelli bianchi, sul fondo degli involucri cartacei. Clara è milanese, da poco meno di un mese uno dei suoi canarini Gloster: splendido maschio consort in precedenza provetto cantore, ha smesso di cantare. Se ne sta abulico in un cantuccio della gabbia. Ha un respiro ansimante e rumoroso ed a tratti apre anche il becco, compiendo strane manovre... come se volesse espellere qualcosa. E potrei continuare ancora a lungo, con questa carrellata di interessanti quesiti, formulati da un pò di tempo a questa parte, da rappresentanti del "gentil sesso" su alcune pagine web interattive ( per la precisione: forum tematici di discussione ) dedicate all'hobby dell'ornicoltura.

Da qualche mese, infatti, confesso di essere stato anch'io rapito dalla "Internetmania" e di aver scoperto un'insospettata, nuova affascinante realtà. La quintessenza degli anni 2000! Fatta di links, connessioni, url, webmaster, ftp, server, account e via discorrendo. Un linguaggio cibernetico sconosciuto e difficilmente comprensibile agli esordi del noviziato, al quale però ci si abitua in fretta, presi dal turbinio di immagini, di notizie; dall'avidità di nuova conoscenza, di presa di possesso del "diabolico" marchingegno futurista. Gironzolando - con mouse e tastiera - tra le pagine ed i forum dei tanti siti web che trattano del nostro hobby, mi sorprende piacevolmente una nuova realtà. I predetti spazi informatici sono frequentati a maggioranza da donne allevatrici - qualcuna già tesserata FOI, altre - chissà - forse destinate a divenirlo in tempi brevi. Resto sorpreso, perché da sempre il nostro passatempo è stato ad esclusivo appannaggio di noi "maschietti", e le colleghe allevatrici erano pochissime che quasi si contavano sulle dita delle due mani.

Evidentemente questa realtà sta cambiando. L'emancipazione della donna moderna e la - a mio avviso - sacrosanta parità tra i sessi, è destinata a mietere un ulteriore simbolico avanzamento, anche attraverso - chi l'avrebbe mai sospettato! - la conquista della gabbia, da parte dell'odierna Eva, sempre più in pantaloni. Così, dopo le donne poliziotto, soldato, veterinario - professioni una volta rigorosamente maschili - avremo anche la donna ornicoltore? Questa sarà senz'altro una occasione d'oro per la nostra Federazione e per tutta l'ornitofilia italiana. Può voler dire, anzitutto, l'opportunità di raddoppiare il numero dei tesserati, se è vero che statisticamente la popolazione è costituita, pressappoco, per metà da uomini e per l'altra metà da donne. Ma si rivelerà, anche e soprattutto, una grossa opportunità di crescita per il nostro Ente, in termini di progettualità ed operatività. Reputo infatti la donna, potenziale portatrice d'innate virtù caratteriali quali: tenacia, temperanza, equilibrio; prerogative non sempre condivise in eguale misura dal cosiddetto "sesso forte", comunemente assai più impulsivo, individualista e "guerrafondaio". L'inserimento della presenza femminile, allora, nel tessuto sociale del nostro Organismo, non potrà che giovare - secondo me - agendo da elemento "stabilizzatore" delle sinergie umane associazionistiche.

Inoltre, conferirà alla nostra pacifica iniziativa, un volto più ammiccante e gradevole, smentendo così in maniera plateale le tesi dei nostri denigratori, usi a considerare la gabbia quale strumento di tortura per gli alati. Se infatti anche la donna, che è madre e portatrice di un'innata sensibilità verso la protezione dei piccoli e deboli, mostra di gradire il nostro ambiente praticandone il suo hobby, vorrà dire - una volta di più - che non siamo poi così "perversi" e l'ornicoltura non reca in sé nulla di malvagio e cruento per il mondo animale!

A questo punto però, si pone perentorio un interrogativo pregiudiziale. Cosa occorre fare, a livello di Federazione, di associazioni e di semplici iscritti, per assecondare ed incoraggiare la crescita dell'ornicoltura in gonnella? Anzitutto bisogna comportarsi tutti da persone corrette e veramente sportive, disposte ad andare incontro all'esigenza primaria di apprendimento dell'arte dell'allevamento, da parte di queste nuove utenti di RNA, anellini e schede d'ingabbio. Abbandoniamo una volta tanto quell'assurda ancestrale reticenza - ancora anacronisticamente diffusa nel nostro ambiente - ad informare ed insegnare sulla comune pratica hobbistica chi, per inesperienza da noviziato, non ha il nostro stesso bagaglio tecnico-culturale. Siamo o no, una grande famiglia che si estende dalla Valle d'Aosta alla Sicilia?

Le associazioni potrebbero poi favorire la presenza femminile alle mostre, invogliando le neo-allevatrici tesserate a parteciparvi, con l'istituzione di categorie e premiazioni speciali "ad hoc". Non dimentichiamo che in ballo c'è l'allettante possibilità per la FOI di raddoppiare o quasi, il numero dei tesserati! Ciò vorrà dire maggiore forza economica e più peso contrattuale anche, e perché no, verso le Istituzioni già nostre interlocutrici. Insomma, in conclusione, ritengo che nei prossimi anni la crescita della FOI dovrà necessariamente confrontarsi con l'universo femminile, in continua progressiva ascesa sociale. Con quella parte della nostra società che, per diversi motivi, ci aveva sempre ignorati - se non addirittura apertamente contestati - ed ora ci strizza l'occhio interessata. Non facciamoci cogliere impreparati da questa nuova realtà socio-culturale. E' nell'interesse di tutti noi ornitofili e dell'Italia ornitologica!



Francesco Chieppa



Ebbene, a distanza di tempo devo dire di essere restato veramente deluso dalle donne ornitofile, che non reggono il nostro hobby, quasi mai emergono in esso dal punto di vista sportivo, mal si integrano nel nostro ambiente e spessissimo abbandonano gabbia e nidi, smettendo di allevare.

Lo stesso gruppetto di belle e giovani ragazze, diverse di loro felicemente sposate, che postava in questo forum, talune veramente animate anni fa da apparente grande passione ornitofila, ha abbandonato forum ed allevamento. Non una di loro - che io sappia - alleva ancora. Insomma, una delusione completa; fallimento totale. Ed io che mi ero fatto in quattro per trasmettere tutto il mio modesto sapere, per aiutarle ad emergere nel nostro campo. Hanno smesso. Tutte!

La donna non è evidentemente portata per il nostro hobby. La stessa Signora Laura Siletti, che a fine anni ottanta/ anni novanta, rappresentò in FOI l'astro nascente dell'ornitofilia in gonnella: allevatrice per alcuni anni abbastanza nota a livello nazionale e giundice FOI del colore, ha smesso di allevare ai primi del Duemila; ha lasciato, dimettendosi pure dall'Ordine dei Giudici. Insomma, è un vero sfacelo l'ornitofilia in rosa! Non funziona. La donna si dimostra veramente poco assidua nel nostro hobby se non spesso addirittura incapace di praticarlo a buon livello agonistico, facendo trionfare in ornitofilia sportiva ed amatoriale il testosteronico maschio italico, vero despota della situazione.

La donna non regge il nostro hobby. Non condivide la passione ornitofila agli stessi livelli di intensità empatica maschile, e soprattutto si stranca presto di allevare uccellini ed appende ben presto la gabbia al proverbiale chiodo. Non lotta, non resiste, non emerge. Insomma, è una fragorosa delusione. Un plateale fallimento.

Spero in futuro il trend possa invertirsi, ma non credo con le premesse che ho esposto. C'è scarsa affinità tra donna ed allevamento ornitico. Pochissime le donne che sono riuscite ad emergere in campo nazionale nel nostro sport; si contano sulle dita di una sola mano. Il nostro resta pertanto un hobby rigorosamente per "soli uomini". Stranamente solo gli uomini ne sono capaci...

Finalmente abbiamo trovato qualcosa che le donne non sanno, o non vogliono fare. L'ultima differenza esistente sulla Terra tra uomo e donna. L'ultimo solco invalicabile dalle cosiddette "quote rosa".

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Allevo: Cardinalino del Venezuela (ancestrale/ bruno/ pastello/ pastello ali grigie/ pastello bruno/ diluiti) - Lucherino Testanera (ancestrale/ diluiti/ topazio/ lutino) - Lucherino Ventregiallo - Lucherino Facciagialla.


30/12/2012, 14:47
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Ciao Francesco, ho letto il tuo intervento e devo anche io constatare quanto dici. Il nostro hobby non è capito dal gentil sesso anzi il più delle volte addirittura ostacolato. Ricordo ancora i rimbrotti di mia nonna nei confronti della buon'anima di mio nonno che lo tormentava in continuazione. Spinus

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30/12/2012, 18:45
          
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Tieni conto che poi non andava alle mostre, se comprava qualche canarino ogni tanto si trattava di spese risibili che comunque scatenavano infinite discussioni. Mio nonno reagiva con un'alzata di spalle ormai abituato ai continui rimbrotti. Anche la mia compagna mi fa pesare non poco l'assenza domenicale, poi parliamo di quattro o cinque domenche su cinquantadue. Non riescono a pensare alla nostra passione nel senso più alto. E' ovvio che non frequento lo stadio ed è anche ovvio che il tempo libero in parte lo passo in allevamento ma anche con la famiglia.
Ma tanto, per quanto tu possa fare le cose sempre con equilibrio, arriva sempre la solita frase sibillina "stai sempre in allevamento e mai con i tuoi figli". Tra parentesi ho due figli una femmina e un maschio spero che almeno il maschio si appassioni e possa proseguire questa passione che va avanti da tre generazioni.Spinus

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30/12/2012, 19:13
          
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Questo topic è stata una mia provocazione per far discutere su un dato di fatto obiettivo. In effetti su Facebook un paio di donne ornitofile hanno raccolto la sfida e sono intervenute.

C'è da capire perchè sono tanto poche le donne allevatrici di pet piumati, a differenza invece delle allevatrici di gatti, cani, anche cavalli.

Evidentemente la donna ha bisogno di sviluppare un rapporto di comunicazione con il pet, perchè possa provare interesse, intrecciando con esso una forma di empatia e quindi di adozione. Molto più dell'uomo, che magari è più attratto da movenze, canti e colori. Questo spiegherebbe, ad esempio, perchè gli psittacidi (pappagalli), notoriamente gli unici uccelli a sviluppare forme di comunicazione con l'uomo, siano prediletti dalle poche donne allevatrici.

Non vedo comunque una spiegazione razionale del fenomeno. Potremmo anche addurre la notoria scarsa preferenza delle donne per rettili ed uccelli, a causa di motivazioni inconscie che investono il campo della psicologia. Insomma, è tutto così vago ed incomprensibile. Non sfondiamo nell'universo femminile come hobby e se alle nostre mostre spesso si vedono coppie in visita all'esposizione, magari è lei che accontenta il partner, accompagnandolo a visitare la rassegna. Credo sia veramente raro il contrario.

La signora Pilone tenne su "Italia Ornitologica" una rubrica dal titolo appunto "Ornirosa", che andò in stampa per circa un anno sulle pagine del periodico federale. La rubrica era molto gradevole e ben condotta dalla Pilone, ma dopo 12 edizioni cessò le pubblicazioni. Credo attualmente la Signora Pilone non allevi più.

Quindi bisogna capire le motivazioni di questo divario di interesse tra i sessi, cercare di colmarlo con dei correttivi se esso non fosse proprio intrinseco all'oggetto della nostra passione, cercando di risalire la china.

Da sempre sostengo - scusate se insisto - che sarebbe bene inserire in seno al Consiglio Federale FOI una rappresentante del gentil sesso, scelta tra un giudice donna (qualcuna c'è ancora) o una allevatrice (idem). Ciò potrebbe contribuire a colmare l'attuale divario di interesse tra i sessi per il nostro magnifico hobby.

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31/12/2012, 1:31
          
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Mia zia, Edda Frati, classe 1922, sorella di mia madre, ha allevato canarini (e non solo) tutta la vita, trasmettendomi la passione e rivaleggiando in esperienza e capacità con mio nonno. Solo durante gli ultimissimi anni della sua vita, a causa di condizioni di salute veramente pessime, ha ceduto alle giaculatorie di mio zio ed ha venduto o regalato tutto.
Ma erano donne di altri tempi!

Charles.


31/12/2012, 6:19
          
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mia cugina ha allevato con mio nonno canarini indigeni e ibridi fino a quando l'ultimo superstite dell'allevamento all'eta' record di25 anni gli mori' tra le mani di vecchiaia.ne conservo' il cranio insieme ai dentini da latte dei figli,in una di quelle uova di legno per rammendare le calze.....
la titolare dell'allevamento piume di panama sulle collline dell'immediato retroterra di loano.ha un'interacollina dove alleva e vende pappagalli rari e meno rari,in voliere all'aperto copribili con pannelli in caso di gelo e non solo,animali esotici come lama buoi muschiati asinidi tutte le razze maialini da compagnia... ti sei mai domandato perche' mollano l'allevamento?una et che sta vicino a me allevava i bronzi, ebbene si sposo' e il marito le impose di non allevare piu'.io avrei scelto gli uccelli invece delvolgarmente detto"uccello".l'uomo dopo il lavoro puo' coltivare il suo hobby e la moglie serva gli faaltri lavori,ma la donna che sia single o sposata,oggi è quasi sempre costretta a lavorare fuori per far tornare i conti a fine mese,e tornata a casa si trova a dover riordinare far da mangiare o badare ai figli,e i sogni alati sono ben presto travolti dalla prosa quotidiana...o forse l'allevamento sportivo lo stress delle mostre frequenti perdite e maltrattamenti possono dare un'impressione di crudelta' in donne sensibili e materne...comunque sia,tenetevi pure il primato,e auguri di un anno ricchissimo di soddisfazioni biggrinthumb:

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allevo per compagnia, canarini bossu' belga - rosso mosaico - ibrido carpodaco x canarino - ciuffolotto - diamanti mandarini ancestrali - cocorite - calopsitta ed inoltre pesci rossi - carpa koi - rane xenopus albine - tartarughe acquatiche.


31/12/2012, 18:03
          
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Ok, allevano, talune allevano anche tutta la vita. Ma fare selezione, vincere alle mostre, salire sul podio è diverso. Le donne non espongono quasi mai alle nostre mostre anche quando allevano, e difficilmente se espongono vincono. Non riescono a divenire dei fuoriclasse del nostro hobby. Non conosco donne "firma" di un RNA importante e gettonato. Sapete benissimo che un allevatore affermato nel nostro ambiente diviene poi una sorta di "griffa" metallica, al pari di un creatore di moda. Un uccellino con anellino di alluminio recante il suo RNA è considerato "griffato", e quindi ha anche un importante valore commerciale.

Ecco, non mi è mai capitato di acquistare un uccellino "griffato" da allevamento femminile. Insomma, le donne ornitofile non sfondano, non si affermano, questo volevo dire. Non riesco a capire perchè, allorchè la donna ha assolutamente le stesse capacità dell'uomo ed in quanto a sensibilità artistica, metodo, pazienza ed occhio esteta è certamente superiore all'uomo. Eppure non riesce ad esercitare queste doti importanti in allevamento, in campo sportivo ornitofilo.

Nessuno potrà - purtroppo - contraddirmi, è così! Perchè è così nel nostro campo????? Chi riesce a rispondermi in modo convincente?

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01/01/2013, 21:50
          
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Il Gibber Italicus è strato selezionato, tra gli altri, dalla Sig.ra Maria Giamminola di Como.

Charles.


02/01/2013, 13:05
          
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Ed infatti, quella della Signora Giamminola è una eccezione che conferma la regola. Così come la Signora Mariella Di Mauro, notissimo giudice internazionale della razza da canto belga Malinois ed allevatrice di grido della stessa razza. Oggi credo a riposo per raggiunti limiti di età. Ma costituì per tanti anni un fulgido esempio di ornitofilo italiano fuoriclasse donna. Tutto intorno è però il deserto in rosa. Perchè? Vorrei non fosse così in quanto credo fermamente nelle grandi qualità e capacità femminili.

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02/01/2013, 13:46
          
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ricordiamo M.Arlette Cardol,fra i principali ricostruttori del quasi estinto bossu' belga.... biggrinthumb:

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02/01/2013, 18:06
          
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