I soggetti di cui scrivo nel post, a destra la cardinalina salvataQualche giorno fa ho operato un salvataggio letteralmente "miracoloso" di una mia Cardinalina del Venezuela, inanellata FOI 2014 che versava, secondo me, in imminente pericolo di vita.
Un salvataggio per intenderci da codice rosso....
In allevamento tutto procedeva al meglio. I Cardinalini del Venezuela, tra ancestrali e mutazioni di colore Pastello, Pastello Bruno e Diluiti, quasi tutti in cova con uova in alta percentuale fertili, in un ambiente a loro interamente dedicato, dotato di 23 coppie dello spinus.
Una coppia di ancestrali covava tranquilla e tre giorni dopo avrebbe avuto regolare la schiusa di quattro uova feconde. Ad un tratto, due giorni prima della preventivata nascita dei pulli, recandomi di primo mattino in allevamento mi resi conto che la cardinalina aveva abbandonato improvvisamente nido ed uova e non covava più. Un attimo di trepida incertezza per realizzare subito di dover spostare il nido sotto una cardinalina pastello bruno che, nell'attesa di una nuova deposizione, date a balia ad altra conspecifica con uova chiare le sue uova fertili, stava provvisoriamente covando uova di plastica in attesa di predisporla ad un nuovo ciclo di ovodeposizione.
Lo feci, pur non sapendo da quante ore la cardinalina indisposta aveva abbandonato il suo nido.... Dopo aver sistemato le uova al calduccio della balia, catturai la cardinalina indisposta per rendermi conto delle sue effettive condizioni. Un macello.... Addome violaceo ed imbibito di liquidi, estremo dimagrimento, petto con sterno a coltello (dunque magrissimo). Per di più la cardinalina manifestava una gravissima dispnea, facendo fatica a respirare ed a mantenere il posatoio. Secondo me era in imminente pericolo di vita.
Un nostro compianto socio della AOP-Bari, che era stato anche presidente del Sodalizio, Il Dott. Mario Varrese, appassionatissimo allevatore di Cardinalini del Venezuela, mi aveva sempre confidato di non essere mai riuscito a salvare un cardinalino impallato. Ed in effetti l'impresa è veramente ostica e disperata. Considerate che stiamo parlando di un esserino di appena 11 grammi di peso (piume comprese), per 11 cm. di lunghezza. In sostanza un delicatissimo scricciolino poco più grande di un Colibrì....
Nella più viva disperazione raccolsi le mie forze, facendo ricorso a quel briciolo di lucidità che ti rimane, veramente molto molto poca, tutte le volte che ti rendi conto la tua passione stia impattando la più nera ed avversa realtà: la morte di un tuo beniamino piumato, nel cui accoppiamento magari avevi riposto parte delle speranze che alimentano il blasone dell'allevamento di ognuno di noi amatori.
Iniziai con il verificare che l'uccellino presentava diarrea, feci molto liquide di aspetto bianco, quindi più che feci forse urine alterate. Decisi da subito di aggiungere all'acqua di bevanda un blando acidificante come l'aceto di mele, ad effetto tampone per i microrganismi del tratto gastro-enterico. Quindi, in luogo di stare ad ingozzare il pennuto malandato con poltiglie semiliquide da imbecco, come molti erroneamente fanno mandando in choc l'uccellino o, nella migliore delle ipotesi, in polmonite meccanica (ab ingestis), gli somministrai una goccina di Fungizone (Amphotericina B), seguita a qualche ora di distanza da altra di Bactrim forte, sciroppo per uso umano a base di sulfamidici. Poi sistemai in posti facilmente accessibili il becchime e l'acqua di bevanda acidificata.
Le condizioni inizialmente disperate, l'intensa dispnea (respirazione alterata per ritmo e frequenza) sono andate progressivamente attenuandosi nella giornata, sin quasi a scomparire nel tardo pomeriggio prima del tramonto. In tardo pomeriggio ho somministrato un'altra goccina di sciroppo Bactim e il giorno seguente sono andato avanti con due goccine di Bactrim sciroppo direttamente per os ed una goccina die di Fungizone. Altri due giorni di terapia con 1 goccina di Bactrim ed a seguire dopo alcune ore 1 goccina di Fungizone, il tutto direttamente dosato nel becco, per una assunzione certa!
Miracolosamente l'uccellina è letteralmente "ritornata al mondo".... Ha riguadagnato come se nulla fosse il posatoio, ha ripreso a svolazzare in gabbia. E' tornata ad alimentarsi alla tramoggia dispenser Alpistex. Incredibile, neppure immaginate come era messa male al momento del mio intervento...
Intanto dopo 3 giorni sono schiuse 3 delle sue 4 uova sotto la cardinalina Pastello Bruno ed i piccoli godono ad oggi di ottima salute, crescendo regolarmente. Il 4° uovo presentava l'embione morto ad uno stadio precocissimo dell'incubazione.
Cosa può essere accaduto alla cardinalina? In effetti due giorni prima della sua improvvisa indisposizione, sistemando le uova in cova ad una sua conspecifica del piano superiore, le avevo pulito la gabbia (si tratta di batterie da cova Terenziani da 90 cm., a castello, modulari). Evidentemente un po' di sudiciume, o al limite qualche semino contaminato ed umido, devono aver inquinato: o il beverino dell'acqua, o il portapastone della cardinalina disposta sotto lo scompartimento-gabbia pulito, che così si è beccata una tossinfezione alimentare, difficile ipotizzare senza riscontri di laboratorio se di natura micotica, batterica o uno e l'altro insieme. Sta di fatto che una tempestiva quanto empirica terapia consociativa, somministrata direttamente a bocca, associando un farmaco antibatterico con altro antimicotico, hanno letteralmente strappato a morte certa l'uccellino.
Ora 10 giorni di convalescenza con qualche giorno in terapia disintossicante ed epato-protettiva con un preparato per ornitologia a base di Cardo Mariano, e ritenteremo poi una nuova covata.
Salvataggio della serie "ultimo minuto". La passione e l'amore, a volte fanno grandi miracoli!