Ibis sacro (Threskiornis aethiopicus) fotografato sulle rive del fiume Po - foto da WikipediaAlla cortese attenzione di Francesco Chieppa - redazione di "Ucceli",
scusi se scrivo in pessimo italiano. Sono straniera anche se vivo a Roma da tanti anni e precisamente a Dragoncello, dove si trovano molte specie di uccelli, ma quello che mi interessa sapere, è vedere qualche fotografia degli Ibis.
Sono molto preoccupata, perchè prima erano tre soggetti, poi se ne sono visti solo due ed ora più niente! Sono specie migratorie? Come posso sapere se gli uccelli che vedevo erano effettivamente Ibis?
Spero in cuor mio migrino lontano, perchè dove sono io si vedevano girare delle spendide volpi, e sono sparite anche quelle.
Vi ringrazio.
Lettera FirmataRispostaGentile Signora,
gli Ibis non costituiscono specie di uccelli autoctone del continente europeo, bensì di Africa ed Asia (varie specie). Tuttavia a partire dal 1700 alcuni esemplari di Ibis (Ibis sacro) sono stati introdotti in Europa e si sono proficuamente ambientati e riprodotti in areali umidi. Ci sono state anche delle fughe da alcuni parchi zoologici privati europei ed italiani, ed attualmente anche l'Italia è stata colonizzata da Ibis sacri, che tuttavia dimorano nelle regioni del Nord, risaie del vercellese, fascia golenale del fiume Po, Lombardia (Parco Agricolo Sud Milano), nel Parmense (per esempio nell'Oasi LIPU di Torrile), Toscana (Padule di Fucecchio), pianura veneto-friulana.
Non vengono segnalate presenze stanziali in aree naturali del Centro-sud, ma non si può neppure escudere che dei soggetti nidificanti al Nord possano svernare, o presentare periodi di migrazione nelle restanti regioni d'Italia del Centro-sud.
Potrebbe anche darsi che lei abbia scambiato per Ibis, altri volatili grandi limicoli, sempre appartenenti all'Ordine Pelecaniformes, come la Garzetta (Egretta garzetta), o Aironi (varie specie).
Pregherò il direttore ed editore di "Uccelli", Italo Feregotto, di inserire nella rivista, a margine di questa missiva completa della mia risposta, una foto dell'Ibis, splendido uccello che tra l'altro ha ispirato nome e logo della sua Editrice, così che possa - eventualmente - rendersi conto dell'equivoco di identificazione.
Cordialità e ci scriva ancora se crede.
Francesco ChieppaEstratto da "Uccelli" - Febbraio 2003