charles_forever
regolare
Iscritto il: 20/04/2012, 10:52 Messaggi: 235
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Eh, sì, il dibattito è destinato a continuare. Noi siamo un popolo "della Parola", cioè ci rifacciamo direttamente agli insegnamenti di Gesù, che per i Cristiani è anche Dio. Ebrei e Islamici, sono invece i cosiddetti popoli "del Libro". Questo pone il primo problema, cioè che noi applichiamo alla "Parola" la nostra comprensione, mentre loro applicano il Libro alla lettera. Oltre a questa divisione, che, dal punto di vista Filosofico - Teologico è fondamentale, e spiega la loro estrema riluttanza a modificare comportamenti ritualizzati, vi è anche la questione del "Peccato". Non insisto sul significato di questo concetto, ma per noi esso è dato dall'agire contro i Comandamenti e contro la Fede. Il Peccato Cristiano è quindi un atto volontario, dal quale ci si può allontanare col Pentimento. Il Perdono Divino è quindi illimitato, e viene a noi richiesto solo un sincero pentimento. Nelle religioni "del Libro", la colpa è equivalente all'impurità, e non è detto che essa sia volontaria. Chi ad esempio tocca un morto, anche solo per avergli portato conforto nel momento del trapasso, pone il confortatore in uno stato di "impurità", dalla quale si può purificare solo compiendo determinati atti rituali, ma non è detto che sia sempre così. Se un vero credente, ad esempio, mangia carne di un animale macellato non secondo i rituali, egli perde la purezza e non potrà mai entrare in Paradiso. A meno che egli non l'abbia mangiato per stato di necessità, nel qual caso l'impurità non occorre, in quanto il dovere di sopravvivenza sopravanza l'impurità. Stessa cosa per il caso dei capelli, infatti le donne islamiche portano spesso un velo e le donne Israelite "kosher" si radono i capelli ed indossano parrucche, salvaguardando così dalla vista altrui i propri capelli, ed impedendo che si generi l'impurità. Ai nostri orecchi ciò appare estremamente forzato, ai loro no. Una ragazza occidentale è stata condannata negli Emirati perché è stata violentata. Il suo violentatore ha preso una condanna a 13 mesi, lei a 16, e tutto il mondo Occidentale è insorto. Ma non ci sarà nulla da fare, la condanna è stata inflitta per aver avuto rapporti sessuali fuori dal matrimonio (anche illegittimo, il cosiddetto concubinato!), colpa più grave per la Donna che per l'Uomo. Non importa la volontarietà dell'atto, è il concetto di impurità connesso all'atto stesso che richiede un percorso purificativo, quale ad esempio la pena alla quale entrambi sono stati condannati da giudici che riterranno di essere stati equi ed imparziali. Probabilmente nei 16 mesi comminati vi è pure una riduzione della pena già introdotta, in quanto la pena stessa avrebbe potuto essere molto più alta in caso di volontarietà della ragazza. Non so se ho chiarito il concetto, ma questo è proprio il punto nodale dei discorsi tra le religioni monoteiste, in pratica io sostengo (e non solo io) che, finché le Religioni "del Libro" non introdurranno elementi teologici più incentrati su un rapporto "dialettico" con Dio, esse faranno un'estrema fatica a dialogare con noi.
Saluti,
Charles
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