Ritornando alla foto di cui sopra ed all'amico scomparso "Peppino", a distanza di ormai 9 mesi dalla sua improvvisa dipartita, ancora non riusciamo a rassegnarci e, quando capita di sentirci tra ornitofili barlettani che lo conobbero, ancora lo ricordiamo con viva nostalgia nei nostri discorsi.
Peppino era il jolly di tutti noi allevatori del posto. Era stato per tanti anni meccanico-motorista dello stabilimento Cartiere Burgo di Barletta. Era pertanto pratico di ogni lavoro manuale e nel suo garage sottostante la villetta dove abitava con la moglie ed attiguo alla stanza di allevamento, possedeva una officina attrezzatissima, per i lavoretti di casa e per quelli agli amici.
Serviva una saldatura di una gabbia e Peppino era sempre, disinteressatamente, pronto ad eseguirla. Se la saldatura era a stagno, bastava andare da lui con il pezzo da saldare, altrimenti si prestava a portarsi da te in allevamento, purchè lo si andasse a prendere in auto con la pesante saldatrice elettrica.
Serviva un trasportino di legno per canarini e Peppino te lo costruiva ed alla bisogna, riparava o modificava secondo esigenze contingenti. Insomma, era un vero maestro dell'artigianato fai da te, sia su manufatti di legno che di metallo.
E poi la sua ironia prorompente, spesso beffarda dei politici, a suo dire tutti indistintamente ladri e corrotti ed anche al 1° Convegno di Educazione Sanitaria FOI di Barletta, iniziò a suonare questo tasto durante il rinfresco, ma io necessariamente lo stoppai, in quanto per il Convegno avevamo avuto vari patrocini di enti pubblici pescati in ambiente politico.... Ma lui, bischeraccio come sempre, non si curava mai delle circostanze contingenti e non aveva convenienze da rispettare...
A Reggio lo scambiavano a turno come mio padre o padre di Ruggero De Luca... Lui era semplicemente il "nonno" del gruppo di amici che ogni anno si recava, ed ancora si reca, a Reggio Emilia in novembre.
Un anno ne combinò una delle sue, per la verità un pò pesantuccia e più grave del solito. Dal banchetto di vendita in mostra scambio vide passare un giovane con una pettinatura elaborata a "cresta di gallo", come si usa oggi tra i giovanissimi. Lui, di altra generazione poco comprensiva del look moderno dei ragazzi, fece a gran voce, ripetutamente, "chicchirichì". Il giovane si fermò, lo puntò come per volerlo redarguire. Lui esplose in una serie rabbiosa di frasi offensive all'indirizzo del ragazzo.
A quel punto, io che ero vicino a lui lo afferrai letteralmente per il torace e lo spostai indietro azzittendolo. Poi guardai il giovane con un atteggiamento dimesso di scuse - tanto lo sapevo che ancora una volta lo avevano scambiato per "mio padre" - ed a Peppino sussurrai "ti vuoi prendere una coltellata?!". Tutti si voltarono per il trambusto del diverbio, che non ebbe per fortuna ulteriori strascichi, il ragazzo infatti andò via ed il nostro quartierino di mostra scambio riguadagnò la sua consueta routine distesa e festaiola.
Questo era "Peppino": un bischeraccio buono di 75 anni. Un amico molto più grande degli altri allevatori barlettani frequentatori abituali della Internazionale di Reggio Emilia, che ancora ci manca in modo inverosimile.
Ciao "Peppino", riposa in pace, e speriamo che almeno in Paradiso non combini le tue solite bischerate!