L'altroieri, grazie a Scipione l'Africano, l'ondata di gran caldo africano che ha appena percorso la penisola italiana, ho evitato una brutta delusione che certamente mi avrebbe gettato nello sconforto e nel rimorso per un paio di giorni.
E' accaduto che di primo mattino sia schiusa una nidiata di pastello ali grigie bianco dominante, tre uova su quattro ed il quarto restava in attesa di schiusa. Mi sono alzato molto presto ed alle ore 06:00, come spesso accade durante la riproduzione, ero nelle mie due stanze di allevamento che per fortuna sono presso la mia abitazione. Quindi molto comodo per me. In pratica è casa e "bottega!".
Le uova schiuse erano state gallate da un maschio nero pastello bianco NON ALI GRIGE. In sostanza quest'anno smetto di allevare i nero pastello per concentrarmi sempre più sugli Ala Grigia, oltre ovviamente ai Carduelidi Sudamericani che sono alloggiati nell'altro vano adibito ad allevamento amatoriale. Poichè questo maschio è più tendente all'ali grige che al pastello, avendo scarso disegno e notevole decolorazione delle penne remiganti; sia per risanguare un pò (le due selezioni pur avendo origine comune sono state tenute rigorosamente separate da oltre 10 anni), sia per portarmi nel ceppo degli Ala Grigia un qualcosina dei titoli mondiali conquistati con i Nero Pastello a Piacenza nel 2009, ho promosso la tresca selettiva.
Purtroppo è accaduto che dopo aver ispezionato il nido ed aiutato due pulletti a venire al mondo, aiutandoli ad uscire dai gusci delle uova parzialmente intaccati dal diamante del becco, io abbia inavvertitamente agganciato il nido esterno alla gabbia superiore, non a quella giusta. E' un incidente che può accadere quando si hanno batterie di gabbie in verticale, con nidi esterni e che un paio di anni fa mi costò un'intera nidiata di qualche giorno, trovata esanime in nido il giorno seguente e patita di freddo.
Subito dopo aver commesso l'imperdonabile errore, me ne sono andato in cucina a bere il caffè e successivamente a mangiarmi il mio yogurt quotidiano che costrituisce la stringata colazione del mattino, al fine di non incrementare ulteriormente di taglia, essendo piuttosto robusto.
Poi ho telefonato ad un amico per fargli gli auguri di buon onomastico, trattenendomi al telefono per circa un'oretta e dopo un paio d'ore di pausa sono rientrato nel settore canarini del mio allevamento amatoriale.
E' a quel punto che mi sono accorto del madornale errore, in quanto con la coda dell'occhio ho avvistato un nido con dei vermetti inanimati sul fondo ed un ovetto non schiuso. Azz, ho sbagliato gabbia! Azz, sono tutti morti. Ma no, guarda nel nido, possibile con questo caldo? Ma non si muovono, saranno rimasti scoperti un paio di ore! E giù invettive pesanti e non riferibili a me stesso allevatore...
Ad ogni modo, non ho avuto il coraggio di esaminare nei dettagli ciò che mi appariva come una massa informe ed immobile di corpicini rosacei sul fondo del nido. Ho immediatamente agganciato il cestino allo sportellino giusto e la chioccia non si è certamente fatta pregare a riposizionarsi sulla covata.
Mi sono imposto di attendere una mezzoretta prima di esaminare quei corpicini, il tempo che riprendessero calore. Dentro di me si dimenava un feroce ambarabà ciccì coccò, circa la sorte dei pulli e già il rimorso mi assaliva.
Passata la mezzora, mi sono fiondato sul nido. L'ho prelevato e l'ho portato in verandina per esaminare per bene il contenuto alla luce del sole. Un pullo era evidentemente vivo, anche se fischiettando non si alzava affatto a spalancare il beccuccio, un altro l'ho mosso con un dito e respirava ancora, il terzo mi sembrava totalmente inanimato, ma osservandolo meglio ho apprezzato febili segni di vita. A quel punto ho mentalmente elaborato una strategia...
Subito l'ovetto non schiuso, e che alimentava le mie maggiori apprensioni, sotto altra chioccia con uova in cova, così da evitare che si raffreddasse ulteriormente durante le mie manualità di soccorso sui pulli. E poi subito i pulli ancora per un'altra mezzoretta sotto la chioccia e se ad una ulteriore successiva ispezione non richiedessero l'imbeccata, occorreva aiutarli con acqua e zucchero, al fine di permettere all'esile fisico di un nidiaceo di recuperare le energie, dopo l'ipotermia e la mancanza di nutrizione patiti.
Ho fatto così e dopo una mezzoretta ero con il contagocce a instillare nei minuscoli beccucci una soluzione ipersatura di saccarosio (lo zucchero da cucina). I piccoli erano chiaramente vivi, respiravano, ma non avevano certamente la vitalità di un pulcino neonato normale.
La situazione - ringraziando il cielo - si è andata progressivamente normalizzando. Dopo circa un paio di ore i pulli erano tornati normalmente vitali come se nulla fosse ed il giorno dopo, cioè ieri, è schiuso con 24h. di ritardo anche il quarto uovo nel nido della balia ed è stato prontamente riunito alla truppa dei fratellini miracolati.
Oggi tutta la truppa sta arcibene, è visibilmente cresciuta e prende da me le consuete imbeccate integrative.
Scipione l'Africano, con i suoi 35C° in allevamento, mi ha risparmiato di patire una piccola grande disillusione, evitandomi il rimorso e l'inerente stato depressivo di avere inconsapevolmente spento quattro piccole vite che si erano appena schiuse al mondo... Per il futuro starò più attento e non mi lascerò distrarre.
Una querelle che ho voluto raccontarvi, certamente comune per quanti praticano questo nostro stupendo hobby, nel quale vediamo la vita di piccole creature sbocciare tra le nostre mani e che a volte non ci risparmia delle delusioni, tra tanti aspetti positivi, tanta felicità, tanta serenità e relax quotidiano che è in grado di regalarci l'ORNITOFILIA AMATORIALE.
Alla prossima... speriamo ugualmente a lieto fine.
