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l'autodeplumazione 
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Merlo indiano (Gracula religiosa) - Foto dalla rete


Gentile Sig. Chieppa,

sono Ivana e le scrivo dalla Liguria. Possiedo un Merlo indiano di 13 anni che da circa un anno e mezzo si procura delle vistose zone di autodeplumazione. Ha iniziato con la parte terminale della schiena e del collo.

L'ho fatto visitare da un medico veterinario il quale gli ha fatto vari esami tra i quali quello di penne e piume, ma senza alcun risultato, così mi ha consigliato di somministrare al pennuto esotico delle vitamine, unitamente ad una dieta più equilibrata (si nutre un pò di tutto).

Purtroppo ho notato che ultimamente si toglie le piume anche in altre zone del corpo (parte sotto le ali), procurandosi pure delle lesioni con perdita di sangue.

Spero possa darmi un suo parere utile. La ringrazio. Distinti saluti.

Ivana - Lettera Firmata

Risposta

Gentile Ivana,

l'autodeplumazione (feater picking) - fenomeno noto soprattutto negli psittacidi, ma osservato anche in altre specie di volatili in regime domestico - riconosce diverse cause scatenanti di origine: organica, alimentare, psicologica, parassitaria (ectoparassiti).

Se gli esami clinici condotti dal medico veterinario che ha visitato l'uccello hanno fornito tutti esito negativo, come riferisce, andando per esclusione occorre riferirsi a fattori psichici.

Il suo Merlo indiano si sente evidentemente trascurato, soffre la noia, la solitudine e la frustrazione sessuale. Provi ad alloggiarlo in un contenitore di maggiori dimensioni, magari una voliera fornita di tronchetti di albero disposti a diverso livello di altezza. Provi, se le fosse possibile, ad unirlo ad un conspecifico di sesso opposto, chissà che mantenuto in coppia non migliori.

Qualora ciò non avvenisse, il medico veterinario potrà tentare, quale extrema ratio, una terapia farmacologica con l'impiego di blandi tranquillanti.

Tuttavia reputo pregiudiziale rimuovere anzitutto le cause del disagio psicologico del pennuto, al fine di porre definitivamente rimedio alla relativa somatizzazione autolesionistica.

L'eventuale terapia farmacologica, che solo un medico veterinario potrà prescrivere sotto diretta sorveglianza, può assumere infatti significato di approccio transitorio al problema, qualora esso peggiorasse sino a presentarsi come una reale emergenza (estese aree cutanee deplumate e sanguinanti), ma non può essere convenientemente protratta per tutta l'esistenza del paziente alato.

Spero di esserle stato utile. Cordialità.

Francesco Chieppa

Estratto da "Uccelli" - Novembre 2006

_________________
Riproponiamo i quesiti tecnici postati dai lettori di "Uccelli" negli anni 2003-2006 ed evasi dall'allora collaboratore Francesco Chieppa. Chiunque volesse potrà postare di seguito sul tema del quesito.


25/02/2022, 14:21
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