Uccellini impallati- Foto dalla reteEgregio Sig. Chieppa,
ho già approfondito in passato della sua esperienza tramite questa rubrica, ma oggi voglio farle una domanda di carattere più generale.
Nelle scorse settimane, dopo una estate rovente causata dall'ormai nota bolla dell'anticiclone africano che ha coinvolto tutta la penisola, sono arrivate (almeno qui al Nord) le piogge, che hanno abbattuto in un paio di giorni le temperature di almeno una diecina di gradi.
Questo fatto ha causato in alcuni dei miei canarini domestici delle infreddature, con conseguente respiro rumoroso (catarro), accompagnato da battiti di coda.
Questo problema mi si presenta spesso con l'arrivo dell'autunno e mi dicono che bisogna tenere al caldo i soggetti colpiti. Ho provato a seguire il consiglio e devo dire che qualche miglioramento c'è stato. So tuttavia che ai primi freddi il problema si ripresenterà nei soggetti già colpiti (pare che tenda a cronicizzarsi).
Che fare per una guarigione veramente completa? Perchè i canarini domestici sono così delicati?
Posseggo anche degli uccelli indigeni e canarini africani (Mozambico, Cantore d'Africa, Dorsostriato) che pare non risentano minimamente di questo problema.
La ringrazio per l'attenzione che vorrà dedicarmi, attendo fiducioso una sua gentile risposta e le porgo i miei più cordiali saluti.
Lettera FirmataRispostaGentile Lettore,
benchè tutti gli improvvisi sbalzi termici vadano a deprimere l'apparato muco-ciliare delle vie respiratorie, predisponendo alle infezioni batteriche da parte di germi opportunisti, il canarino domestico non è poi tanto delicato a quanto espone, fatta eccezione ovviamente alle razze più selezionate e sofisticate investite da larga quota di consanguineità.
Più che il freddo, i canarini ed anche le altre specie temono gli ambienti umidi e ventosi, ambienti in cui è più facile possano contrarre delle patologie da raffreddamento. Quindi eviti di mantenere i suoi volatili in ambienti soggetti eventualmente a correnti d'aria ed umidi.
Inoltre, ai primi sintomi di malattia respiratoria occorre trattare con un farmaco antibiotico ad ampio spettro (ve ne sono anche da banco per uso espressamente ornitologico che vengono ceduti senza ricetta veterinaria). Perchè la cronicizzazione di queste forme respiratorie è prodotta da un interessamento dei sacchi aerei e relativa mucosa, ed a quel punto non è facilissimo ottenere la remissione della patologia.
Da curare è anche l'integrazione con vitamina A (protegge epiteli e mucose) e si assicuri con il suo medico veterinario che i canarini soggetti a frequenti recidive respiratorie non siano portatori cronici di acari delle vie respiratorie (Acariasi Respiratoria).
Eviti pure eccessivi accoppiamenti consanguinei che a lungo andare indeboliscono il ceppo rendendolo meno rustico e resistente a patologie infettive ed organiche.
Cordialità.
Francesco ChieppaEstratto da "Uccelli" - Ottobre 2006