Francesco
Amministratore
Iscritto il: 29/03/2012, 22:15 Messaggi: 3236 Località: Italia
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In treno, al ritorno dal mercatino di San Valentino (16 febbraio scorso), i primi bividi di freddo. Il giorno dopo, a casa temperatura di 39 °C, che la Tachipirina mi abbassava a stento a 38,5. Mia mamma sempre vicina a me, nonostante la respingessi per paura di contagiarla, e dopo due giorni anche lei 38,5! Dopo due giorni infruttuosi di Tachipirina, mi decisi a chiamare il medico di base telefonicamente, che mi prescrisse Claritromicina, un antibiotico macrolide, particolarmente efficace nei confronti dei batteri Gram positivi. Confetti da 500 mg./un confetto al giorno.
Infatti il giorno seguente dall'inizio del trattamento, la febbre iniziò a calare. Mi recai nella stanza di allevamento a governare gli uccelli e, purtroppo, soffiai a bocca il pastoncino, per eliminare un pò di pula che vi era caduta dentro in soli due gabbioni dove alloggiavano dei Cardinalini del Venezuela. Intanto per mia mamma chiamavo un pneumologo, che escludeva ogni forma di polmonite dopo averla visitata e per lei terapia con Rocefin (Cefalosporine). In capo a 5-6 giorni eravamo pressoché guariti.
Nei giorni successivi notai però, portandomi nelle stanze di allevamento, che un Cardinalino maschio si presentava impallato. Trattato con Augmentin (Amoxicillina + Acido clavulanico) per sei giorni, sembrò ristabilito ma, terminato il trattamento a qualche giorno di distanza, lo trovai morto stecchito sul fondo della gabbia dove lo avevo isolato. Pazienza, capita.
Dopo qualche giorno un altro maschio dello stesso gabbione, stesso trattamento protratto qualche giorno di più, stesso esito infausto. Prova evidente e definitiva che l'Amoxicillina, in questo caso non funzionava affatto!
Dopo qualche giorno si impallano due femmine dell'altro gabbione posto sopra quello dei maschi. Le isolo a non le tratto con ciò che avevo già inutilmente tentato, visto che l'Amoxicillina si era rivelata inefficace. Provo a somministrare un estratto disintossicante per ornitologia. Le femmine però peggiorano, si presentano impallate e con respiro affannoso. Nel contempo noto una terza femmina dello stesso gabbione, anoressica e semi-impallata, una Bruna Diluita singolo fattore. Le altre ancestrali si presentano comunque sofferenti e mangiano poco.
Inizio a fare mente locale. Perché si sono ammalati solo i Cardinalini dei due gabbioni ai quali avevo soffiato nel portapastone con la pula nel pastoncino secco? Perché tutti gli altri in contenitori separati, circa una cinquantina, non denotano alcun sintomo allarmante?
Non ho introdotto nuovi soggetti dall'esterno. Non ho avuto rientri dall'ultimo mercato frequentato a Reggio Emilia, dove ho ceduto tutti i soggetti che avevo portato. A quel punto, ricordo che in questo forum postava tempo fa il Dott. Gino Conzo, noto ornitopatologo, che in più occasioni ci parlò di un possibile contagio dei propri uccellini, da parte dell'uomo con affezioni batteriche alle prime vie respiratorie.
Ripensai alla mia recente indisposizione, poi trasmessa in appena due giorni di contatti a mia mamma. Feci mente locale al farmaco per via orale che per me si era rivelato rapidamente risolutivo: la Claritromicina, un antibiotico macrolide attivo sui batteri Gram positivi, ad attività farmacologica batteriostatica a certi dosaggi e battericida a dosaggi doppi. Decisi di tentare di somministrarlo alle tre femmine palesemente malate.
Il problema era però a che dosaggi somministrarlo, visto che sui testi a mia disposizione non trovavo assolutamente nulla riferito agli uccellini, e tanto meno in rete.
Ad un certo punto, preso dalla disperazione per l'aggravarsi della condizione di due delle tre femmine impallate, decisi che morte per morte e in periodo di lockdown da coronavirus, valeva la pena di tentare, anche se le prime due erano messe talmente male che certamente non le avrei recuperate.
Ho utilizzato la claritromicina in confetti, al dosaggio di 250 mg./litro di acqua, rinnovando l'acqua del beverino mattina e pomeriggio.
Come mi attendevo, dopo mezza giornata dalla somministrazione dell'antibiotico, le due femmine messe peggio, perivano. Restava la terza, piuttosto anoressica e semi-impallata. Il giorno seguente mi recai nella stanza dove avevo alloggiato questi soggetti indisposti, aspettandomi di raccogliere l'ultimo cadaverino, ed invece miracolo: la femminuccia si presentava con il piumaggio attillato, sveglia, pimpante, svolazzante per tutta la 55 cm. ed aveva anche sgranato i semini della miscela.
Incoraggiato dal risultato inatteso, somministravo lo stesso antibiotico anche alle femmine che erano rimaste nel gabbione, che non avevano un bell'aspetto, e sembravano dover seguire la sorte delle cardinaline conviventi che le avevano precedute.
Per farla breve, dopo una terapia con Claritromicina di 7 giorni, tutti i soggetti trattati in tempo utile si sono completamente ristabiliti, godono ottima salute ed al momento non ci sono ulteriori problemi di salute per l'intera truppa, di circa 100 Spinus tra Cardinalini, Testanera, Lucherini di yarrell e Lucherini ventregiallo.
Io purtroppo sono stato l'untore involontario. E quando siamo raffreddati, accediamo ai nostri allevamenti solo indossando una mascherina che oggi, in tempi di Covid-19, certamente non ci manca. Altrimenti sappiate che potremmo trasmettere ai nostri uccellini qualche patogeno proveniente dalle nostre vie respiratorie superiori.
_________________ Allevo: Cardinalino del Venezuela (ancestrale/ bruno/ pastello/ pastello ali grigie/ pastello bruno/ diluiti) - Lucherino Testanera (ancestrale/ diluiti/ topazio/ lutino) - Lucherino Ventregiallo (nuove mutazioni in studio) - Lucherino Facciagialla.
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