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una pessima tentazione!
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Autore:  da Rivista Uccelli [ 19/06/2022, 14:45 ]
Oggetto del messaggio:  una pessima tentazione!

Immagine

Nido di Merlo (Turdus merula) - Foto dalla rete


Carissimo Sig. Francesco,

le scrivo affinchè lei possa esaudire determinati interrogativi che le andrò di seguito ad esplicitare. Prima di tutto complimenti per l'eccellente lavoro svolto sino ad oggi per la rubrica che cura e per la perenne disponibilità dimostrata nei confronti di tutti i lettori che la "messaggiano" di continuo, ma passiamo ai quesiti per cui le scrivo.

Alla mia età (17 anni) penso sia normale che la fortissima passione verso il mondo alato ci spinga, sovente, a desiderare di instaurare un rapporto alquanto intimo con gli uccellini in nostro possesso. Ebbene, devo confessarle che io a malincuore ho recato sofferenze a tutte le merle madri di pullus sottratti da me stesso, a più riprese, al fine di soddisfare il bisogno che prepotentemente avvertivo di stabilire un contatto con questi magnifici turdidi, con risultati - ahimè - quasi sempre pessimi!

Devo però riconoscere - ahimè 2 - che una certa attitudine nel praticare detta attività predatoria in Natura l'ho conservata, per cui, nel momento in cui scorgo un nido, la tentazione di predarlo e fare miei i pennuti contenuti, è molto forte!

Il mio scopo è quello di allevare e di conseguenza addestrare, qualche soggetto giovane delle specie che edificano il proprio nido nei pressi della mia abitazione. Il fine ultimo sarebbe quello di stringere un rapporto affettivo con il pennuto addomesticato, sino ad arrivare a lasciarlo libero di uscire dalla mia dimora, per poi rientrarvi.

Cioè vagheggio un legame indissolubile tra me e la specie alata sottratta al nido, che dovrebbe riconoscere me come una madre naturale e non adottiva, attraverso il noto processo definito "imprinting".

Ho sempre pensato che le specie più adatte da poter addestrare siano quelle della famiglia dei Corvidi e Turdidi, avendo anche letto Lorenz. Dette specie sono le più idonee, per ingegno acuto e fantasia non comune agli altri passeriformi. Le chiedo quindi di rispondermi in proposito. Grazie.

Una ulteriore domanda riguarda le aberrazioni cromatiche degli uccelli. Quali sono a suo avviso le specie più suscettibili di tale fenomeno? Grazie per delle sue risposte ad entrambi i quesiti.

Lettera pervenuta Anonima

Risposta

Caro Lettore Anonimo,

quanto mi scrive è un trattato di superficiale immaturità, ed il fatto che lei non si firmi a margine dei quesiti che ci indirizza, mi auguro sia una forma di consapevolezza della vergogna che deve provare per il contenuto della sua missiva che esprime concetti di nessun senso logico, tanto meno ispirati ad una vera e sana passione per il mondo degli alati.

Ha ben 17 anni, è alla soglia della maggiore età e le tentazioni irrefrenabili, le pulsioni al bracconaggio che mi confessa tuttora avvertire, mascherate dal suo desiderio di anonimato che è espressione del disagio interiore che evidentemente, e per fortuna, prova narrando le sue "imprese", sono tollerabili per un bambino di pochi anni, ma non certo per un uomo consapevole e quasi maggiorenne, a breve cittadino elettore!

Ciò premesso, lei immagina una Natura totalmente schiava dell'uomo, uccelli-automi che entrano ed escono dalla sua abitazione, quasi fossero piccoli droni telecomandati. Non funziona così! Ma si accorge della superficialità ed assurdità dei concetti che esprime?

Saprà bene che il bracconaggio (ivi compresa la predazione dei nidi in Natura) costituisce un reato da codice penale. Quello che lei avverte verso le specie alate non è affatto amore e passione, ma solo brama di possesso e dominio! L'Ornitofilia non è niente di tutto ciò.

L'Ornitofilia è ben altra cosa e si fonda sulla riproduzione in ambienti domestici, di specie domestiche che dimorano in casa dell'uomo da secoli e che attualmente sono incapaci di ritornare a vivere negli habitat naturali. L'Ornitofilia è amore, dedizione e protezione verso gli uccelli; mai, nella corretta accezione: caccia, bracconaggio, depauperamento delle specie in Natura!

Ciò premesso, maturi interiormente e rivolga le sue attenzioni su volatili nati ed allevati da generazioni in ambienti domestici, gli unici che potranno soddisfare in modo completo una passione vera e sincera per le specie piumate, il loro allevamento, la selezione genetica.

Circa le aberrazioni di cui mi chiede, immagino si riferisca al colore del piumaggio, cioè ad anomalie della livrea degli uccelli, spesso reversibili, non determinate da mutazioni genetiche e quindi non soggette a trasmissione ereditaria alla discendenza.

Questo fenomeno può insistere nella stessa misura in tutte le specie alate, per cause: alimentari, endocrine, patologiche, ecc.. Ritengo che tutte le specie di uccelli possano ritenersi ugualmente suscettibili al fenomeno, che non è comunque consueto.

La saluto, augurandomi di rileggerla in futuro con idee da persona matura ed osservante di leggi e limitazioni concernenti l'avifauna selvatica e, soprattutto, di leggere una firma a margine di una sua prossima lettera, perchè è sempre doveroso da persone perbene firmarsi, non trincerandosi dietro l'odioso anonimato!

Francesco Chieppa

Estratto da "Uccelli" - Giugno 2005

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